The Witcher: Monster Slayer – Recensione (iOS) Lo Strigo in salsa Pokémon Go

the witcher monster slayer

La nostra recensione di The Witcher Monster Slayer, videogioco per dispositivi Apple iOS ispirato alle celebri gesta dello strigo trasformate in serie videoludiche di successo da CD Projekt Red.

Quando abbiamo scoperto che The Witcher, prima ancora di evolversi in un attesissimo quarto capitolo, avrebbe seguito le orme mobile di Pokémon Go, dobbiamo ammetterlo: abbiamo tutti alzato più di qualche sopracciglio. Il pensiero che una saga ruolistica epica, profonda e sfaccettata come quella dello Strigo potesse rimpiccioliarsi fino a entrare in uno smartphone era fantascienza pura: che seguisse le orme di Niantic e ci spingesse a camminare per strade, stradine e piazze alla ricerca di mostri iconici, ancor di più. Ed ecco quindi arrivare sul mercato, in maniera totalmente gratuita, The Witcher Monster Slayer. Cellulare alla mano, è il momento di partire per una caccia familiare ma, allo stesso tempo, completamente diversa da quella a cui ci ha abituato il gioco CD Projekt RED.

I fan di lunga data – questo è poco ma sicuro – si sentiranno subito a casa: lo stile artistico richiama da vicino ciò che abbiamo amato nell’ultimo decennio, che siano le colonne sonore, gli effetti audio e persino la grafica dei menu.

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Il sistema di base è simile a quello che abbiamo già visto in altri titoli paragonabili. Monster Slayer accede alla posizione del nostro dispositivo e, creando una mappa fantasy basata sulla nostra zona reale, la riempie di nemici, missioni e persone da aiutare. Ciò significa che, sì, sarà necessario spostarsi fisicamente perché si possano raggiungere i punti di interesse più importanti. Da qui, nascono tutti i pro e contro che queste esperienze uniche possano donare ai loro fan, oltre agli infiniti accorgimenti di cui tener conto quando ci si muove in una città con lo sguardo perennemente attaccato a un piccolo schermo: massima attenzione agli incroci, niente sessioni mentre si guida e tutte quelle norme scontate ma vitali che persino gli sviluppatori tendono a ripetere a ogni nuovo avvio.

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Appurato che la sicurezza propria e di chiunque ci circondi ha la priorità assoluta su tutto, è il momento di passare all’azione vera. Ciò che distanzia The Witcher Monster Slayer dal suo concorrente più famoso (il solito Pokémon Go, per l’appunto), è indubbiamente la cura riposta nel sistema di combattimento. Una volta ingaggiato un mostro, potremo alternare attacchi pesanti a leggeri, utilizzare gli iconici segni dei witcher e persino aiutarci con il classico equipaggiamento di supporto, come bombe, unguenti e così via. Avere la meglio sui nemici significa guadagnare punti esperienza ed abilità: proprio come in The Witcher 3, potremo decidere se potenziare la nostra forza bruta, gli incantamenti o una serie di perk e percentuali passivi che ci aiuteranno sul lungo termine. Senza dimenticare, ovviamente, la base dello studio di ogni buon witcher: la creazione di miscele e pozioni.

Il fatto che ogni battaglia richieda un minimo di impegno è un punto a favore non da poco, per il prodotto, che lo distanzia dal semplice collezionismo dei suoi concorrenti. Collezionismo comunque presente anche in Monster Slayer: falciare uno dopo l’altro tutti i mostri leggendari della saga e chiuderli nel proprio portfolio ha un fascino di completismo assolutamente paragonabile a quello di catturare ogni Pokémon esistente, soprattutto se si è appassionati di lunga data di The Witcher.

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Tra ghoul, arpie, demoni della foresta, vampiri e aberrazioni ben più pericolose, l’effetto nostalgia schizza sicuramente alle stelle. Soprattutto ora che il team di sviluppo polacco ha iniziato a parlare seriamente dell’evenienza di un The Witcher 4, e con la Stagione 2 di Netflix così vicina, Monster Slayer ha quasi più il sapore di un dolcissimo antipasto. Siamo in un periodo d’oro per il personaggio di Sapkowski, con una meteora che non accenna a perdere un minimo della sua forza, e che invece sta esplodendo più che mai ora che la saga videoludica e letteraria ‘dovrebbero’ essere concluse.

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Al netto di una ripetitività di fondo impossibile da evitare, quello su cui vorremmo che il team lavorasse è una maggior chiarezza degli obiettivi in giro per la mappa. I punti caldi da raggiungere non hanno descrizioni e, spesso, viaggiare diventa un atto di fede alla fine del quale si spera ci sia un obiettivo completabile. Spostarsi per svariati chilometri solo per scoprire che, sul posto, c’è un mostro di livello troppo alto per le nostre capacità, è uno spreco di tempo che neanche chi ama l’aria aperta è disposto ad accettare. Chiaramente, The Witcher Monster Slayer è un progetto ancora in divenire e che richiederà ulteriori aggiornamenti per poter essere godibile appieno. Proprio per questo gli auguriamo tutta la fortuna di questo mondo: solo un enorme successo spingerà il team a migliorarlo nel tempo. Che è proprio quello che vogliamo.

The Witcher Monster Slayer Recensione: a caccia di mostri stile Pokemon GO
RASSEGNA PANORAMICA
Voto
7.9
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