Xbox: Activision Blizzard interessa soprattutto per la componente mobile, afferma Phil Spencer

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Non solo console e PC Gaming. A Microsoft, Activision Blizzard interessa anche – e soprattutto – per il patrimonio di pubblicazioni su smartphone portato in dote da King. A dirlo, in una intervista concessa a Bloomberg, è Phil Spencer, CEO di Microsoft Gaming e numero uno di Xbox. Stando al dirigente – e ai dati – la maggior parte della popolazione dei gamer è costituita da utenti mobile. “Oltre un miliardo e mezzo di persone, per giocare, utilizza uno smartphone” afferma Spencer. Il dato, che potenzialmente potrebbe far sollevare il sopracciglio ai gamer che utilizzano il pad o mouse e tastiera, è incontrovertibile. A dimostrazione di ciò, almeno per il nostro paese, è sufficiente dare uno sguardo all’ultimo rapporto di IIDEA.

Spencer, nel corso dell’intervista, si è detto consapevole dei limiti di Xbox e di Microsoft in tal senso. Lo spazio mobile, dice “non è un segmento dove abbiamo una ‘piattaforma nativa’. Per ciò che concerne il gaming, provenendo dal mondo PC e console, non abbiamo le capacità creative per penetrare quel settore. Capacità che, invece, non manca ad Activision Blizzard la cui acquisizione – ancora al vaglio delle autorità garanti, con l’Arabia Saudita già dettasi favorevole – porterà in dote anche il colosso dell’intrattenimento mobile King. Il mondo degli smartphone non è nuovo nemmeno per la più veterana Blizzard che, con Diablo Immortal, ha però raccolto anche un buon numero di dissensi oltre al ragguardevole risultato dei 100 milioni di dollari in 8 settimane dopo il lancio. Activision, più in generale, nel solo 2021, ha raccolto 5 miliardi di ricavato dalle sole microtransazioni.

Vedendola da un punto di vista puramente aziendale, un piccolo grande record se si considera che l’applicazione è free-to-play. Non la pensano così i giocatori che contestano a Blizzard di aver guadagnato dagli acquisti in-game e su un sistema che si poggia su meccaniche pay-to-win, posizione fortemente contestata dai developer del titolo.

In definitiva, comunque, Spencer non afferma nulla che sia davvero sorprendente. Se è davvero intenzione di Microsoft ritagliarsi uno spazio nel mondo mobile, costruire dall’interno le competenze avrebbe richiesto tempo e denaro. Se il secondo elemento non è un problema per il capiente portafoglio di Microsoft, il primo è un fattore da non sottovalutare e che, anzi, è forse più importante del capitale a disposizione. Acquistare tali competenze all’esterno è pratica diffusa nel mondo corporate, PlayStation, ad esempio, lo ha fatto con Bungie per le competenze nei GaaS (come Destiny 2), settore dove Sony non ha una expertise davvero spendibile nell’immediato.

Questo il piano generale. Quali saranno le prossime mosse effettive di Microsoft lo scopriremo solo dopo. Come detto, Microsoft deve ancora incassare l’ok di tutti gli organi antitrust. Solo successivamente, Xbox potrà dare ufficialmente il benvenuto ad Activision, Blizzard e King. Spencer si dice fiducioso nella buona riuscita dell’affare.

Fonte: Bloomberg