Le scene di violenza domestica, ai danni di una bambina, viste nel trailer di Detroit: Become Human non sono piaciute ad alcuni membri del Parlamento inglese, che si sono espressi con toni forti nei confronti dell’ultima fatica di Quantic Dream e David Cage.
Il trailer in questione è quello mostrato a ottobre durante la conferenza Sony alla Paris Games Week. Damian Collins, parlamentare del Partito Conservatore ed esponente del Comitato per la Cultura, i Media e lo Sport sostiene che sia sbagliato rappresentare la violenza domestica in un videogioco, non importa quale sia la motivazione. “La violenza domestica non è un gioco. E rappresentata in questo modo viene banalizzata” ha dichiarato Damian al The Daily Mail. In particolare si è detto preoccupato per la possibilità offerta ai giocatori di reagire con altrettanta violenza a questi abusi, il che a suo dire avrebbe ripercussioni anche nel loro modo di comportarsi nel quotidiano.
Gli fa eco Esther Rantzen, fondatrice di Childline, una linea telefonica di supporto per i minori, che addirittura definisce quella scena una “pubblica esecuzione”. “Non vogliamo pensare che qualcuno possa considerare intrattenimento il vedere una bambina picchiata a morte con una cinghia” aggiunge Esther. Che ha addirittura chiesto a Sony Computer Entertainment di cancellare il gioco o almeno di eliminare quella scena. Secondo lei non bisogna far del male insomma a un bambino virtuale per non ferirne uno reale.
Tirato in ballo sulla questione da Eurogamer il fondatore di Quantic Dream, David Cage, si è difeso dicendo che quando crea una storia pensa solo a come renderla interessante ed emozionante per lo spettatore/giocatore. Il suo obiettivo non era certo quello di glorificare la violenza, rendendola fine a sé stessa. Ma semmai dandole un contesto e un significato in seno alla narrazione. “Si tratta indubbiamente di una scena forte” dice David “e il mio obiettivo era quello di far immedesimare il giocatore nei panni di questa ragazza. Se avessi scelto il punto di vista dell’uomo avrei raccontato una storia completamente diversa e con differenti emozioni. C’è un significato di fondo, una ragione per tutto quello che viene mostrato. E io credo che un videogioco, così come un libro o un film, sia legittimato a esplorare argomenti controversi come la violenza domestica“.
Interpellata sull’argomento pure Sony ha difeso la libertà di chi sviluppa giochi per la sua piattaforma di trattare argomenti controversi. “È tutto legato all’esperienza e al tipo di gioco che vogliono creare” ha dichiarato Michael Denny, senior vice President di Sony PlayStation.