Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia – Recensione

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Novità per noi

A rinnovare davvero Shadow of Valentia è però il gameplay vero e proprio. Proprio come accadde in passato con lo spin-off Gaiden, Intelligent Systems ha nuovamente voluto sperimentare. A differenza del passato, ora siamo liberi (quasi da subito) di esplorare la vasta mappa di gioco in maniera libera ma è stata preservata la natura a turni dei combattimenti, colonna portante del gioco, ma il tutto è stato reso decisamente più snello e semplificato rispetto agli altri capitoli della saga.

A rinnovare davvero Shadow of Valentia è però il gameplay vero e proprio.

Scordatevi quindi basi da edificare e specifici oggetti da ottenere per sbloccare e avanzare di livello. La progressione è stata affidata invece a delle particolari statue della dea Mila, ubicate prevalentemente nei dungeon presenti in Valencia, che ci permettono di potenziare i nostri eroi in previsione del prossimo scontro.
A stravolgere ulteriormente il classico gameplay è anche la visuale in terza persona che di tanto in tanto sarà a nostra disposizione per esplorare determinate aree dell’ambientazione. Gli scontri veri e propri, d’altra parte, sono invece qualcosa di familiare, dove ci ritroviamo a gestire le mosse delle nostre “pedine” contro gli avversari che di volta in volta verranno a disturbare i nostri sogni di gloria.

Un altro particolare aspetto, che discosta Shadow of Valentia dagli altri Fire Emblem è dato dall’assenza di particolari armi o tomi magici. Qui ogni personaggio a nostra disposizione è dotato del proprio equipaggiamento e di quello dobbiamo accontentarci: nel bene e nel male. Solo in certi casi è possibile imbracciare strumenti speciali, in grado di potenziare il potere dei nostri eroi (ognuno di loro avrà però delle particolari restrizioni).

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto:
8
fire-emblem-echoes-shadows-of-valentia-recensione<b>PRO</b><br> Trama coinvolgente <br> Funzione dei "Dungeon" interessante <br> Sistema di combattimento semplice <br> <b>CONTRO</b><br> Forse fin troppo semplice <br> Troppo poche novità <br>