Heavy Rain – La recensione

Heavy Rain è un gioco che può essere sicuramente considerato seminale. Il celebre dramma interattivo di David Cage è stato infatti pioniere di un certo modo di fare storytelling, che sarebbe stato ripreso da Telltale negli anni a venire. Ma Heavy Rain, isolandolo dalla sua importanza storica, è anche un gioco narrativamente molto acerbo, nonostante una direzione artistica eccelsa e un portato emozionale che non può lasciare indifferenti. Nel valutare l’edizione rimasterizzata del gioco, dunque, è necessario riflettere su quanto effettivamente il gioco sia invecchiato, soprattutto dal punto di vista delle meccaniche. E la risposta è: non è invecchiato benissimo. Il vero problema di Heavy Rain, che non può essere corretto da nessun artificio tecnologico, è infatti la scrittura. Anche a distanza di cinque anni, il gioco fa ancora storcere un po’ il naso, soprattutto quello di chi è abituato a sceneggiature e dialoghi di ben altra caratura. Non che bisogna andare troppo lontano, a dire il vero: una qualunque serie televisiva, anche tra le meno ispirate, è comunque scritta meglio di Heavy Rain.
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Fatta questa doverosa premessa, bisogna anche riconoscere diversi meriti al thriller firmato Cage. Prima di tutto, una capacità di introdurre temi molto delicati, quali la morte e la malattia mentale, all’interno di un videogioco. Nonostante sia passato tanto tempo, sono ancora in pochi i giochi che tentano di affrontare questi argomenti, e il tentativo di Quantic Dream è tanto lodevole oggi come lo era qualche anno fa. Lodevolissima anche la scelta di collocare il gioco non in chissà quale universo fantascientifico, ma ben radicato nella contemporaneità. Heavy Rain ci ricorda il grandissimo potenziale inesplorato delle storie videoludiche ambientate nel quotidiano, tutt’al più sperimentato da qualche sviluppatore indie.

Heavy Rain ci ricorda il grandissimo potenziale inesplorato delle storie videoludiche ambientate nel quotidiano, tutt’al più sperimentato da qualche sviluppatore indie.

Ponendo Heavy Rain in prospettiva, ci si accorge comunque di qualche difetto piuttosto evidente, e che sarebbe stato corretto nelle successive avventure firmate Telltale. Il gioco è infatti pensato, almeno nelle intenzioni, per essere fruito da ciascun tipo di giocatore, che sia pronto a farsi coinvolgere dalla storia e non sia necessariamente un asso del joypad. Cage, del resto, ha più volte ribadito questo concetto nelle diverse interviste che ha concesso. Eppure, Heavy Rain è un gioco molto difficile, e cade in un errore concettuale piuttosto grossolano: le scelte morali sono affidate a QTE dalla difficoltà eccessivamente elevata, e per i giocatori meno abili il dipanarsi della trama rischia di dipendere dalla destrezza piuttosto che da un’effettiva consapevolezza. Ancora una volta, Telltale avrebbe corretto questo difetto, introducendo nella formula dei QTE molto facili che di fatto non ostacolano lo svolgimento della storia.
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Tecnicamente la remastered ha i suoi alti e i suoi bassi. Il colpo d’occhio è sicuramente notevole, ma in larga parte perché si basa da una base molto buona: i modelli sono infatti stati realizzati tramite performance capture, impiegando attori reali. Soprattutto nella resa dei volti, Heavy Rain riesce anche dopo tanti anni a conquistare nuovamente. Tra le migliorie, si riscontra una nuova risoluzione a 1080p, coadiuvata da un sistema di anti-aliasing eccellente che eleva la resa visiva generale. Da segnalare anche l’aggiornamento delle texture, ora di qualità eccezionale, sia per quanto riguarda i personaggi che gli ambienti; ottime le prestazioni anche nel caricamento delle stesse. Grazie all’ambient occlusion, le location hanno acquistato una nuova profondità, e anche illuminazione e ombre sono state migliorate; a rifinire ulteriormente una confezione già strepitosa, ci pensano anche le rinnovate superfici lucide. I notevoli miglioramenti grafici, uniti a un’art direction di sicuro impatto, rendono la remastered un titolo molto affascinante da vedere. L’uso della pioggia ininterrotta come metafora del tormento interiore dei personaggi è davvero efficace, ancor più se supportata da una resa delle superfici bagnate estremamente realistica.

Nella resa dei volti, Heavy Rain riesce anche dopo tanti anni a conquistare nuovamente.

Peccato che la pacchia non sia destinata a durare. Già, perché il gioco è afflitto da parecchi bug, assenti nella versione originale. Capiterà non di rado che il vostro personaggio si trasporti come per magia da un luogo all’altro, mentre interagite con un oggetto. La frequenza di questi incidenti non è tale da rompere il gioco, ma sicuramente è una tara non indifferente che questa remastered si porta sulle spalle. Da segnalare anche che i filmati pre-renderizzati hanno una riproduzione singhiozzante e non al top della qualità.
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Heavy Rain, seppur con tutti i suoi difetti già elencati, rimane comunque un’esperienza unica nel suo genere, senza dubbio da provare. Questa remastered vive molto della qualità del titolo originale, perché tecnicamente è carente sotto diversi aspetti. In attesa quindi che questi problemi vengano risolti, si spera, con una patch, ci sentiamo di consigliare il gioco soltanto a coloro che non vi ci sono mai approcciati prima d’ora. Al netto delle sue debolezze, Heavy Rain rimane un piccolo pezzo di storia del videogioco, un’opera importante che potrebbe colpirvi con la sua intensità e il suo incontestabile valore autoriale. Ricordiamo infine che il gioco è disponibile in una collection assieme a Beyond: Due Anime. Se volete, potete recuperare la nostra recensione della remastered di Beyond: Due Anime a questo indirizzo.