Hitman – hands on

Dopo quattro lunghi anni, l’Agente 47 è tornato. Il nuovo titolo, chiamato semplicemente Hitman, è stato sviluppato da Io Interactive e funge da prequel agli altri giochi della serie. Square Enix ha adottato una struttura a episodi (ognuno dei quali sarà ambientato in un posto diverso) per la distribuzione del reboot e il pacchetto introduttivo verrà pubblicato il prossimo 11 marzo, mentre le altre location previste – come la Tailandia, l’Italia e il Giappone – saranno disponibili ogni mese. Naturalmente non mancherà una versione retail, che il publisher metterà in commercio alla fine dell’anno, contenente il gioco completo. Ho avuto la possibilità di giocare la beta di Hitman durante il weekend ed ero ansioso di vedere come la serie sarebbe tornata alle sue radici un po’ sandbox.

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Tutto comincia con un tutorial: un prologo ambientato vent’anni nel passato, con 47 che sta affrontando le prove per diventare agente. I proiettili sono di gomma e tecnicamente non uccidono nessuno. Si tratta di un tutorial efficiente, che guida passo passo il giocatore lasciandogli la giusta libertà. In questa fase ho rubato l’uniforme a un meccanico per avere accesso a uno yacht su cui si stava tenendo una festa. Il mio bersaglio era lì. Ho notato, grazie a un simbolo che segnala le persone dall’atteggiamento sospetto, che c’era più di qualcuno che avrebbe potuto riconoscermi; così sono entrato in cucina dove mi sono imbattuto in un cuoco. Era solo, una preda perfetta. L’ho messo KO, ho indossato i suoi vestiti e mi sono preoccupato di nascondere il suo corpo nel congelatore.

Le missioni non possono essere portate a termine senza averci ragionato su, senza aver pianificato bene le proprie mosse.

Salendo per le scale, il gioco mi ha informato che il mio obiettivo si sarebbe accorto che non facevo parte dell’equipaggio se mi fossi avvicinato a lui, così mi sono improvvisato barista per non attirare la sua attenzione. Non appena ha ripreso a muoversi, ho deciso di seguirlo per farlo fuori. Avrei potuto completare la missione utilizzando del veleno da mettere nel suo bicchiere, o dell’esplosivo, giusto per citare un paio di metodi; alla fine però ho optato per la soluzione più semplice, estraendo la pistola con il silenziatore. Peccato che la mossa non sia stata intelligente. Non appena ho tirato fuori l’arma, la folla intorno a me è andata in preda al panico e le guardie mi hanno smascherato nel giro di pochi secondi.

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Hitman non è un gioco semplice. Le missioni non possono essere portate a termine senza averci ragionato su, senza aver pianificato bene le proprie mosse. Giocarci di fretta non porta a nulla. Ecco perché la maggior parte delle volte sono necessari più tentativi per eliminare il proprio obbiettivo, ma riuscire nell’impresa è appagante, soprattutto quando si sceglie di percorrere una strada tortuosa. Durante la beta non ho mai trovato frustrante il gioco, comunque, e non mi sono mai annoiato. Principalmente perché non mi aspettavo un’esperienza stealth che desse tanta libertà all’iniziativa del giocatore, così tante opportunità d’azione. E poi perché la protagonista indiscussa di Hitman è l’intelligenza artificiale.

I molteplici modi con cui è possibile approcciare alle missioni conferiscono grande profondità a Hitman.

Vestito da meccanico non avrei mai potuto avvicinarmi ai miei colleghi, perché si sarebbero accorti facilmente che non ero uno di loro; i PNG reagiscono alla vista e all’udito di qualcosa in maniera piuttosto realistica, sono svegli e non poche volte mi hanno messo i bastoni tra le ruote. Si può avere accesso a determinate aree di un livello soltanto se ben travestiti, altrimenti si rischia soltanto di attirare sospetti. Ho provato a camminare in posizione rannicchiata per vedere la reazione di chi mi stava guardando, e subito mi hanno chiesto per quale motivo mi stessi muovendo furtivamente. Oppure sono entrato in una stanza attraverso la finestra, e i presenti si sono insospettiti per il mio comportamento strano. L’IA è reattiva e il livello di sfida non fa che beneficiarne.

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In un’altra missione ho dovuto eliminare un uomo di nome Jasper Knight. Ho origliato una conversazione a proposito di alcuni meccanici su un aereo da caccia che il mio obiettivo aveva bisogno di testare e improvvisamente il gioco mi informa dell'”opportunità rivelata”. Ascoltando le conversazioni tra personaggi non giocanti vengono dunque svelate sotto-trame, che offrono altre soluzioni per l’assassinio del proprio bersaglio. È palpabile quanto sia grande ogni ambientazione, non tanto per le dimensioni, quanto per il fatto che ogni angolo è esplorabile e tutte le location sono vive e vibranti. I molteplici modi con cui è possibile approcciare alle missioni conferiscono non soltanto grande profondità a Hitman, ma rendono il titolo assolutamente rigiocabile.

La protagonista indiscussa di Hitman è l’intelligenza artificiale.

Mi ha colpito positivamente, sebbene il gioco non sia esente da glitch (per esempio, mi è capitato che il corpo di un PNG che trascinavo sia rimasto incastrato dietro un’auto, assumendo le posizioni più improbabili). Si trattava comunque di una beta, perciò gli sviluppatori avranno la possibilità di sistemare le piccole sbavature da qui all’uscita; per il resto non c’è nulla da obiettare, l’Agente 47 è pronto a tornare sul palcoscenico e gli appassionati di stealth non possono che gioire.