NFT: aveva comprato il primo messaggio del co-fondatore di Twitter per 3 milioni di dollari. Ora rischia di perdere tutto

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Sina Estavi, imprenditore del digitale e del mondo Crypto, aveva pagato circa 2,9 milioni di dollari per aggiudicarsi un NFT. Il Non-Fungible-Token in questione conteneva il primo tweet di Jack Dorsey, co-fondatore della piattaforma social. L’acquisto era avvenuto a marzo 2021. Ora, oltre un anno dopo quell’acquisto, Estavi afferma di essere in procinto di perdere quella somma. L’imprenditore ha provato a rivendere il suo prezioso NFT – che definisce la Mona Lisa del digitale – ma con scarso successo.

Il giornale britannico Guardian ha indagato sulla faccenda. Nelle ultime settimane Estavi ha provato a mettere all’asta il suo cimelio ma con scarsi risultati. Al primo tentativo la massima offerta raggiunta è stata di appena 280 dollari. L’ultima, a metà della scorsa settimana, ha di poco superato i 6000 dollari. La trattativa per la vendita è stata avviata sulla piattaforma OpenSea dove Estavi ha fissato il limite minimo da raggiungere a 48 milioni di dollari. Questo, almeno, era il piano iniziale. L’imprenditore aveva promesso che avrebbe donato metà di quella somma in beneficienza. A seguito dell’ultima offerta il price-tag è stato rimosso, segno che l’imprenditore sta considerando l’idea di abbassare le pretese economiche sul suo NFT.

Il Guardian racconta che Estavi avrebbe dichiarato all’agenzia di stampa Reuters di essersi reso conto che la sua pretesa economica fosse troppo elevata per molte tasche. Sempre alla stessa agenzia, Estavi avrebbe detto di non esser più sicuro di voler vendere il suo NFT. Non al momento, almeno.

Il mercato degli NFT, afferma il Guardian, risulta ancora troppo acerbo e vulnerabile a tentativi di frode e scam. Il valore di un Token non è garantito possa aumentare nel tempo come può invece accadere ad opere d’arte ben conservate. Su questo mercato sono tante le aziende che hanno deciso di investire. In campo videoludico ricordiamo Ubisoft, che ha lanciato la sua piattaforma Quartz; Konami, che ha preso le critiche da parte di Hideki Kamiya e PlatinumGames; e Electronic Arts che, dopo le proteste dei fan ha deciso di non dedicarsi completamente a quel mercato.

Fonte: The Guardian