Pokémon: rubava carte dal magazzino dove lavorava, la polizia ne ritrova mezzo milione a casa della madre!

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Quello delle carte collezionabili Pokémon è un mondo davvero affascinante. Non solo per il gioco, i tornei, la possibilità di incontrare altri appassionati dei mostriciattoli che, in quel formato, sono davvero tascabili. Ma anche – per qualcuno, soprattutto – per il valore che alcuni di questi pezzi da collazione possono assumere nel tempo. Lo sa bene Kyriacos Christou, un – oramai ex – dipendente di Magic Madhouse, un retailer online, con sede in Gran Bretagna, specializzato in questo genere di mercanzia.

Kyriacos Christou, nel corso degli ultimi mesi, ha approfittato della sua posizione di dipendente per mettere le mani sul materiale destinato alla vendita. Dapprima piccole quantità e poi interi scatoloni di carte Pokémon che finivano nascosti in casa della madre dell’uomo. A raccontare la storia a Kotaku è l’ex datore di lavoro di Christou, Michael Duke. Secondo la ricostruzione di Duke, Christou si era specializzato nell’individuare carte particolarmente rare che, semplicemente, metteva in tasca. Il ladro approfittava del fatto che il magazzino fosse sprovvisto di un sistema di telecamere di sicurezza. Questa mancanza di controlli lo hanno reso troppo certo della sua abilità al punto da convincerlo a compiere furti mano a mano più grossi.

Inizialmente, spiega ancora Duke, Christou puntava a quelle carte Pokémon non ancora registrate in inventario. Così facendo poteva facilmente aggirare eventuali controlli e verifiche. Col passare dei mesi e con un maggiore – e fasullo – senso di sicurezza, l’uomo ha cominciato a sottrarre anche oggetti già catalogati e dal valore anche importante. Duke, iniziando a notare il moltiplicarsi di ammanchi ha agito di furbizia. In primo luogo, ha annotato gli ammanchi più importanti e ha controllato se ce ne fossero in vendita su eBay. In seguito, dopo aver raccolto i primi indizi, aveva bisogno di una prova schiacciante. Ha così fatto installare segretamente alcune telecamere nascoste all’interno del magazzino. Appena 12 ore dopo gli occhi elettronici hanno inchiodato Christou che è stato prontamente denunciato.

Gli inquirenti che hanno condotto le indagini si sono fiondati a perquisire la casa della madre di Christou. Cosa curiosa, nella stessa abitazione, oltre al 28enne e alla mamma, vive anche il fratello minore, uno YouTuber specializzato proprio in carte Pokémon. Una volta sul posto, la polizia – racconta il Daily Star – ha trovato ovunque: cucina, salotto, camere da letto, bagni. Il giornale britannico riporta l’astronomica somma di oltre mezzo milioni di carte. La professione del fratello di Christou ha complicato le cose: come distinguere tra le carte sottratte illecitamente al magazzino e quelle acquistate regolarmente? La polizia si è concentrata sulla vecchia stanza da letto dell’uomo dove è stata reperita buona parte della refurtiva. Il valore complessivo dovrebbe ammontare, racconta Kotaku, a circa 70.000 dollari.

Davanti ai giudici, Christou ha patteggiato: 16 mesi di cella con sospensione della pena. Significa che il ragazzo non entrerà in carcere a condizione di versare un risarcimento da 6000 Sterline (oltre la restituzione della refurtiva) da pagare entro 28 giorni. Oltre ciò, dovrà anche prestare 175 ore di lavoro non retribuito e, cosa più importante, tenersi lontano dai guai per i prossimi 2 anni. Nel caso in cui quest’ultima condizione dovesse decadere, ad una eventuale condanna futura verranno aggiunti i 16 mesi di carcere maturati con questa ‘impresa’.

Il più dispiaciuto pare però essere Michael Duke. Il titolare di Magic Madhouse si dice distrutto soprattutto emotivamente dalla vicenda. Probabilmente capisce bene come si sente quel collezionista statunitense che ha visto sparire da casa propria tutte le sue carte Pokémon. Il ladro, in questo caso, ha portato a casa carte per un valore da mezzo milione di dollari. Per non incorrere in ulteriori rischi, però, Duke dice di aver fatto finalmente installare un impianto di videosorveglianza. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.

Fonte: KotakuDaily Star