Tom Clancy’s Ghost Recon: Wildlands – Hands-on

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Azione e strategia, due facce della stessa medaglia

Chi, come noi, segue il brand da quando è nato (parliamo cioè di qualcosa come tre lustri fa), vedendo i primi trailer di Tom Clancy’s Ghost Recon – Wildlands avrà senza dubbio temuto che l’impostazione open world e l’introduzione di una visuale in terza persona snaturassero le meccaniche di gioco tradizionali, storicamente improntate più sulla pianificazione dei blitz che non sugli assalti veri e propri, facendo virare la formula verso qualcosa in stile Rambo.

L’esperienza tattica che il gioco trasmette è sempre molto intensa

Premesso che tratteremo il tema in modo più approfondito in sede di recensione, dopo il nostro hands on possiamo comunque dirvi che non sarà così. Tirate pure un sospiro di sollievo! L’esperienza tattica che il gioco trasmette è sempre molto intensa e qui viene ulteriormente rafforzata non solo dalla presenza dei droni, che vi permetteranno di sorvolare i territori ostili così da “taggarne” i nemici individuati, e dalla possibilità di avvalersi delle comunità di insorti che non ci stanno a subire lo spadroneggiare dei narcotrafficanti, ma anche dalla ghiotta modalità cooperativa con gli amici. Del resto, è proprio questa la caratteristica che più attrae, in un gioco come Tom Clancy’s Ghost Recon – Wildlands, dove altrimenti il giocatore rischia di lasciare tutto il lavoro sporco all’intelligenza artificiale che muove i propri compagni di squadra, limitandosi allo stretto necessario per portare a casa la pellaccia.

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