Abandoned: avremo novità entro fine febbraio, per un insider!

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Presto arriveranno novità su Abandoned. Entro fine mese. La promessa arriva dall’insider Roberto Serranò che, attraverso il suo profilo twitter, ci invita a restare collegati e tenere gli occhi e le orecchie bene aperti. Fra circa due settimane, dice, verrà svelato qualcosa. La data, precisa, dice, non è ancora stata decisa, ma cadrà di sicuro entro fine mese. Secondo Serranò dovremo aspettarci un prologue trailer e la disponibilità di una tech demo. Data la natura della fonte, che ha comunque dimostrato di averci preso diverse volte in passato, ci imponiamo di prendere la notizia con la dovuta cautela.

Abandoned, lo ricorderete, è uno shooter a tinte survival-horror sviluppato da Blue Box Game Studios. Il team, capitanato da Hasam Kahraman, sta lavorando duramente ma, dalle ultime indiscrezioni, pare che sia ancora in alto mare. Lo sviluppo di Abandoned potrebbe essere ricordato, forse, come uno dei più curiosi della storia del videogioco. Tutto ciò che aleggia attorno al titolo – previsto come esclusiva PlayStation 5 – è ammantato di un’aura di mistero e segretezza. Sembra quasi che Kahraman e i suoi collaboratori abbiano fatto voto di silenzio. Attorno al gioco le novità sono rare e spesso non buone. Ultima in ordine cronologico, la necessità di smentire alcune mail di phishing che cercavano di agganciare utenti interessati a prenotare il titolo.

Proseguendo a ritroso nella travagliata storia di Abandoned possiamo ricordare sicuramente il primo, disastroso lancio della demo tecnica. L’applicazione, su PlayStation 5, semplicemente non offriva nulla. In molti che pregustavano già di poter saggiare le potenzialità del titolo si sono ritrovati invece con un semplice video già visto su twitter. Le lamentele sono poi sfociate in vere e proprie minacce di morte per il team.

Tante le teorie che hanno affollato i social. Una tra quelle più gettonate in passato, accostava questo studio al nome di Hideo Kojima. Il mutismo di Kahraman e lo stile comunicativo di Kojima, per molti, erano troppo simili per non destare il sospetto. Inoltre, il maestro, aveva già provato uno stunt simile con The Phantom Pain. In quell’occasione assunse l’identità fittizia di Joakim Mogren, a capo dell’inesistente studio di sviluppo finlandese Moby Dick Studios. Un tentativo, più o meno riuscito, di richiamare i temi che sarebbero poi stati trattati nell’ultimo capitolo canon della Metal Gear Saga. Tra l’altro l’immagine di copertina che campeggia sul profilo di Blue Box ricorda i title screen dei vari capitoli proprio di The Phantom Pain, ma potrebbe essere una semplice coincidenza anche questa.

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Il buonsenso ci porta a escludere un reale coinvolgimento di Kojima nella faccenda. D’altro canto, comprendiamo il perché l’utenza abbia fatto l’accostamento. Kojima è riuscito a sfruttare i social in maniera egregia già qualche anno fa. La comunicazione centellinata e pesata al ribasso di Hideo ha fatto sì che attorno a The Phantom Pain prima e Death Stranding poi, si creasse qualcosa di molto vicino ad un Alternate Reality Game.

Oppure, ancora meglio, ha reso tutto il periodo pre-uscita una indagine collettiva come non si vedeva dai tempi della prima messa in onda di Twin Peaks. I fan erano impegnati ad analizzare ogni fotogramma di ogni minimo trailer. Ogni dichiarazione o fotografia di Kojima era passata al setaccio esattamente come accadeva con ogni puntata della serie di David Lynch.

Chi sostiene che Abandoned non sia quello che sembra lo fa proprio in virtù delle strane coincidenze che sono accadute fin dall’annuncio e che, per un verso, ricordano l’aria che si è respirata prima di Metal Gear Solid V e di Death Stranding. Tra le altre prove a sostegno della controversa tesi, la supposta collaborazione tra Blue Box Games Studios, Bloober Team (The Medium) e niente meno che Konami.

Probabilmente la community che diffonde rumor – veri o presunti – su un possibile ritorno di saghe come MEtal Gear e Silent Hill, lo fa più per la nostalgia di quella sensazione. Sviluppare le proprie teorie basandosi sulle poche informazioni disponibili, confrontarle con gli altri sui social, scoprire di cosa si è capaci in qualità di community. Mettere alla prova l’intelligenza collettiva (Pierre Lévy) e connettiva (Derrick De Kerckhove). Insomma, si sente un po’ la mancanza di quell’attesa del gioco che diventava essa stessa un gioco, forse più accattivante di quello che si attendeva.

Forse siamo davvero di fronte ad un ARG elaboratissimo e troppo pigri per risolverlo. Oppure, semplicemente, siamo di fronte ad un team ancora acerbo ma ambizioso e stiamo volando troppo di fantasia. Speriamo di scoprire qualcosa in più nel corso dei prossimi giorni.

Fonte: twitter