Hideo Kojima, KojiPro passa alla FASE 2. “Non volevano affittarci gli uffici” rivela il creator di Death Stranding

kojima productions

Lo scorso 16 dicembre 2022 Kojima Productions ha spento le sue prime sette candeline. La software house fondata dalla brillante mente di Hideo Kojima sta passando un ottimo periodo tra la conferma del sequel di Death Stranding, l’inaspettato annuncio di un adattamento cinematografico dell’universo narrativo (ma non dell’intero videogioco) e un misterioso progetto in collaborazione con Microsoft. Per celebrare questo nuovo traguardo l’azienda ha preso la decisione di ampliare i propri spazi lavorativi trasferendosi in una nuova location che lo stesso Kojima ha nuovamente paragonato alla USS Enterprise di Star Trek.

La “versione 2.0” di Kojima Productions si compone di un ampio ingresso di colore bianco in cui la statua di Ludens torna in tutta la sua magnificenza ad accogliere i lavoratori e i visitatori. Ampie anche tutte le restanti stanze come l’area ricreativa in cui ogni membro dello staff può prendersi le dovute pause in compagnia dei propri colleghi. Immancabile infine una sala dedicata alla fotogrammetria dotata delle più performanti apparecchiature. Questi nuovi spazi ospiteranno un nuovo team formato da ben 170 persone a testimonianza della grande espansione di quest’ultimo.

IGN Japan ha inoltra avuto l’occasione di scambiare qualche parola con il papà di Metal Gear Solid circa il passato, il presente e il futuro della software house. Tanto per cominciare Kojima ricorda i primi tempi in cui il suo studio era ancora di dimensioni relativamente ristrette.

Il 16 dicembre di sette anni fa è stato in realtà il giorno in cui abbiamo registrato in via ufficiale questa società. Siamo partiti dal nulla, nessun ufficio e niente attrezzatura. Inizialmente ho preso in affitto una piccola stanza e la usavo come ufficio temporaneo dove lavorare alle prime proposte usando il mio PC o il mio smartphone. Ci siamo spostati in questo edificio solo nel maggio del 2016. Ad essere onesti solamente le società quotate in borsa possono affittare gli spazi dell’edificio in cui ci troviamo, per questo inizialmente hanno respinto la nostra richiesta. Dopo diversi tentativi alla fine l’hanno accettata solo perché uno dei proprietari ha giocato ai miei giochi. La stessa cosa per quanto riguarda un prestito bancario che abbiamo richiesto nello stesso periodo. Quindi sì, quando abbiamo fondato questa società non avevamo assolutamente niente: se siamo qui è grazie alle nostre conoscenze.

Anche per il logo di Ludens non avevamo a disposizione dei computer, quindi ne ho parlato con Yoji Shinkawa. Abbiamo poi realizzato il concept su un foglio di carta per rifinirlo in seguito nello studio specializzato in design di un conoscente” continua Kojima.

La mente dietro Death Stranding racconta in seguito di come sin da subito voleva che si sapesse dell’esistenza dell’avventura di Sam Porter Bridges. “Volevo si sapesse in tempi piuttosto brevi che ero al lavoro su qualcosa di nuovo. Per questo ho parlato di questa storia a Norman Reedus. Era febbraio del 2016 ed eravamo in un ristorante di Los Angeles. Poco dopo iniziammo a realizzare le prime scansioni e performance capture per dar vita al primo teaser del gioco.

Partita dal basso e quasi senza risorse Kojima Productions è riuscita a diventare una della voci attualemte più chiacchierate del panorama videoludico. Come spiegato dallo stesso Kojima questa espansione dello studio non si tradurrà per forza nell’arrivo di nuovi talenti anche se nulla è da escludere.

No, non voglio che si aggiungano troppe persone nuove ma naturalmente è una cosa che capiterà. Delle candidature che riceviamo, molte provengono dall’estero e sono di persone dotate di grande talento. Purtroppo però sorgono problemi nel momento in cui non possono venire a lavorare qui con noi a Shinagawa, senza contare lo scoglio del giapponese. A causa di questo, da quando abbiamo inaugurato lo studio, assumiamo solo persone che parlano giapponese. Penso però che eliminerò questa condizione, voglio essere ancora più deciso nel fornire assistenza linguistica. Vorrei che il personale possa venire a lavorare in questi uffici ogni volta che è possibile.”

Infine, nonostante la recente espansione che ha dato il via alla “fase 2” di Kojima Productions, sembra proprio che lo studio non abbia intenzione di espandersi anche all’estero. Kojima ha infatti spiegato che attualmente il suo studio si concentrerà esclusivamente sulla produzione interna diretta.

Kojima, nella stessa intervista, ha raccontato anche come sia stato lavorare con Konami e su Metal Gear Solid in particolare. Il game director ha colto l’occasione per ribadire che non lavorerà su IP altrui.

Fonte: IGN