Prey – Hands On

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Nascita, morte, nascita

Prima annunciato, poi cancellato, poi riprogettato come un completo reboot, questo seguito di Prey ne ha davvero fatta di strada, prima di finire nelle nostre mani. Vero, il gioco non arriverà nei negozi prima di maggio, ma noi siamo riusciti a passare un’intera ora in sua compagnia negli studi londinesi di Bethesda.

Qui, non solo abbiamo potuto provare in prima persona il nuovo lavoro di Arkane Studios – già famosi per la saga di Dishonored – ma ci siamo chiariti le idee su quali siano, effettivamente, gli obiettivi di questo Prey.

Le idee del seguito, come già aveva confermato la casa di sviluppo, sono state definitivamente accantonate in favore di una “rivisitazione” del primo episodio. Parliamo quindi di un prodotto slegato che con il capostipite – o con il fantomatico secondo capitolo poi cestinato – c’entra poco o nulla. C’è un uomo, ci sono gli alieni, c’è lo spazio e le somiglianze finiscono qui. E a dirla tutta, a noi sta anche bene.

Non staremo a parlarvi di come questo gioco sia diventato un Prey quasi per pura casualità, né vogliamo farvi una lezione sul brillante curriculum di Chris Avellone – l’uomo dietro il copione. Sappiate solo che gameplay e sceneggiatura sono nelle mani di alcune tra le persone più competenti dell’intera industria. Noi, consci di ciò, abbiamo mosso i primi passi con il cuore prego di speranza.

Eravamo di fronte a un potenziale mix esplosivo, una mistura di libertà, profondità e puro divertimento che rischiava seriamente di stravolgere il panorama dei giochi in prima persona. Ora, questa convinzione di fa sempre più forte.

Sappiate solo che gameplay e sceneggiatura sono nelle mani di alcune tra le persone più competenti dell’intera industria.

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