“Fan***o a voi, i videogiochi sono arte”, dice il regista di Kong

the last guardian

Non è la prima volta che ci ritroviamo a parlare di Jordan Vogt-Roberts, su queste stesse pagine. Lui non è solo il regista del recente Kong: Skull Island, ma sta anche occupandosi del futuro (e attesissimo) film di Metal Gear.

Parliamo di un vero fan della saga e dei videogiochi in generale e, nelle ultime ore, un’interessante intervista ci ha regalato un’ulteriore occhiata alla sua spiccata personalità. Se pensavate che mettere alla prova la conoscenza di Metal Gear dei suoi sceneggiatori fosse da applausi, aspettate di scoprire cosa ne pensa della diatriba “arte e videogiochi”.

“Voglio semplicemente giocare a qualcosa di nuovo, ha infatti detto. “Ormai è difficile, per me, prendere in mano un Call of Duty, o qualunque altro titolo simile, e giocare a cervello spento”.

“Ho amato Arkham Asylum, ma non sono spronato a provare il sequel se non è nulla di realmente nuovo. Posso assicurarvi però che un Zelda o un Metroid li giocherò sempre“.

“Non ho ancora avuto la fortuna di godermi Breath of the Wild perché non ho ancora una Switch, ma ci sono capolavori che ormai fanno parte di me, e buona parte dei prodotti Nintendo cade in quella categoria, Zelda e Metroid in primis”.

“Quelli li giocherò sempre, ma in linea di massima trovo difficile dedicare tempo a qualcosa che non cerca di evolvere questa forma d’arte in alcun modo”.

“Ico, Shadow of the Colossus, The Last Guardian: il fatto che oggi non siano più prodotti così di nicchia mi rende felicissimo. Spero che alla fine riescano sempre a guadagnarci qualcosa, ma per ogni successo che vedo c’è sempre qualche casa indipendente che chiude prima di poter pubblicare il suo gioco”.

“Quando vedo che c’è ancora qualcuno in dubbio sul fatto che i videogiochi possano essere arte, mi verrebbe quasi da dire: “Fan***o. Fan***o a voi che ve lo state ancora chiedendo“.

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