Il futuro del gaming non è particolarmente roseo, almeno per i prossimi mesi. Infatti la carenza di chip grafici di AMD e Nvidia durerà per tutto il 2021, fino a lambire il 2022. Questo è dovuto alla scarsa produzione di semiconduttori, e all’elevatissima richiesta di schede video e console. Ricordiamo infatti che AMD produce i chip di PlayStation 5, Xbox Series X e Series S, mentre Nvidia fornisce i chip di Nintendo Switch.
Però sono sempre più gli esperti del settore e gli analisti a essere piuttosto pessimisti per il 2021. La scarsità di GPU per PC e console dovrebbe durare per tutto l’anno, nonostante i produttori stiano facendo di tutto per mettersi in pari. Si calcola che la domanda di chip grafici sia del 30% superiore a quanto ora possono offrire AMD e Nvidia.
L’incremento di produzione richiederà ancora qualche mese per entrare in vigore, e quindi ci vorranno dai nove ai dodici mesi per tornare in parità tra domanda e offerta.
È stato proprio l’analista Harlan Sur di J.P. Morgan a stimare la domanda record che è del 10% e fino al 30% superiore rispetto ai valori massimi che si sono avuti in passato. Nonostante il crollo dell’economia mondiale dovuta alla pandemia di Covid, la richiesta di semiconduttori non è mai stata così alta.
“Crediamo che i produttori di semiconduttori stanno distribuendo dal 10% al 30% meno chip rispetto all’attuale richiesta, e questo richiederà 3-4 trimestri per i fornitori di mettersi in pari con la domanda e altri 1-2 trimestri per distribuire il tutto ai rivenditori e i clienti, tornando ai livelli normali“, ha affermato Harlan Sur.
Per Christopher Rolland di Susquehanna International Group, la situazione potrebbe essere addirittura peggiorare del previsto. Secondo lui con l’arrivo della primavera e la fine del lockdown l’economia mondiale ripartirà facendo ulteriormente crescere la domanda.
La situazione non migliora per quanto riguarda specificamente l’hardware PC. Infatti secondo Hardware Times i produttori di schede video RTX 3080 come ASUS, MSI, Gigabyte, Zotac ecc. starebbero distribuendo meno di 20 unità per nazione ogni mese nel mercato asiatico. Unica eccezione è la Cina che riceverebbe circa 100 schede video al mese.
Ma come abbiamo detto i problemi di AMD e Nvidia vanno indirettamente a colpire anche la produzione di PlayStation 5, Xbox Series X e Series S. Nintendo Switch essendo già sul mercato dal 2017, ha già venduto oltre 70 milioni di console e per questo ha già ampiamente soddisfatto la richiesta iniziale. Invece PlayStation 5 e Xbox Series X sono sul mercato solo da novembre 2020, e per questo vanno letteralmente a ruba.
Sony ha ufficialmente venduto già 4,5 milioni di console a fine 2020. A queste se ne aggiungono altre 3 milioni che sono in fase di distribuzione fino al 31 marzo 2021. Infine dall’1 aprile 2021 al 31 marzo 2022 sono già previste in distribuzione altre 15 milioni di console, portando il totale a oltre 22 milioni di console. Non sono invece noti i dati di vendita di Xbox Series X e Series S, ma anche se leggermente inferiori, entrambe le console di Microsoft tendono a essere sold-out spesso e volentieri.
Nvidia e AMD hanno già espresso e reso pubbliche le loro criticità, e stanno facendo quando possibile per incrementare la produzione. Lisa Su, CEO di AMD, ha svelato che la scarsità di chip durerà per tutto il 2021.
Nvidia invece è più positiva e spera di uscirne presto, grazie all’adozione di una strategia su più livelli. Oltre a incrementare la produzione, sta progettando una GPU specifica per il mining di criptovalute che avrà una maggior efficienza rispetto alle normali schede video. Inoltre sta aggiornando i driver delle RTX Serie 30 per renderle meno performanti con i software che generano criptovalute. Se entrambe queste soluzioni dovessero fallire, l’asso nella manica sarebbe una revisione delle GPU con modifiche a livello hardware che le renderebbero poco allettanti per i miner.
Recenti test inoltre hanno svelato che è meglio non affidarsi neppure al mercato dell’usato, a meno che il venditore non sia una persona di vostra fiducia. Le schede video spremute per il mining che vengono poi rivendute come usate o ricondizionate, presentano un calo di prestazioni anche del 10% rispetto al prodotto nuovo.
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Fonte: DSOG – MarketWatch – Hardware Times