Xbox Series X e Series S: saranno le ultime console Microsoft? No, secondo Phil Spencer

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Torna a parlare l’uomo più in vista della sezione gaming di Microsoft. Phil Spencer durante una breve chiacchierata con la sezione Finanza di Yahoo ha raccontato, ancora una volta, la sua visione della next-gen e cosa Xbox Series X e Xbox Series S rappresenteranno nel mondo gaming.

No, questa volta le console mid-gen non c’entrano. Non ci sono piani in tal senso ha assicurato Spencer. Il manager Microsoft ha toccato l’argomento post next-gen in maniera laterale. Durante l’intervista si parlava infatti delle funzionalità di Xbox Game Pass. Mentre ricordava quali siano le caratteristiche e le potenzialità di Game Pass, Spencer si è concesso una parentesi per parlare dell’hardware.

“Sono sicuro che vedremo altri hardware console lungo la strada. Esattamente come per il cinema o la musica, la loro offerta su piattaforme streaming non ha tagliato le gambe al progresso tecnologico dei device. Non solo sono sicuro che continueremo ad assistere all’innovazione ma è ciò che stiamo progettando, ha asserito Spencer.

Certo, le dichiarazioni attuali cozzano leggermente con alcune precedenti dello stesso Spencer. In più di una occasione il dirigente Microsoft aveva ribadito la sua estraneità alla corsa nella vendita del maggior numero di console. La stessa ‘guerra’ con Sony è stata reputata infantile. Spesso, anzi, Spencer si è trovato a tessere le lodi del servizio Game Pass, croce e delizia dei videogiocatori. Spauracchio di quelli vecchio stampo legati al supporto fisico e opportunità per i nativi digitali abituati all’immediatezza del click.

Comprensibile allora come molti temessero che Xbox Series X e Xbox Series S potessero rappresentare il ‘non-plus-ultra’. Un punto di non ritorno oltre al quale sarebbe impossibile progredire ulteriormente. Il timore è lo stesso che il politologo Francis Fukuyama aveva espresso agli inizi degli anni ’90. Per lo studioso avremmo assistito negli scorsi anni alla ‘Fine della Storia’, concetto che dà anche il nome al suo saggio del 1992. Superato quel momento non si sarebbe potuti andare oltre.

Il concetto è spesso reinterpretato, consapevolmente o meno, in altre salse e altri contesti, come quello tecnologico appunto. In ambito videoludico gli stessi timori si ripresentano puntuali ad ogni cambio di guardia nelle generazioni console e sono stati smentiti ogni volta fino ad ora.

Certo, la sempre maggiore pervasività di servizi come il Game Pass, la nascita di nuovi competitor come Google Stadia o il recente Amazon Luna sembrano indicare che la rotta da seguire affronterà il mare ancora non del tutto esplorato dello streaming. Comprensibili dunque le remore. Ma, come abbiamo visto, nella storia dei media è accaduto spesso che una innovazione portasse con se dei timori. Era successo con Internet, con la tv, con il cinema e persino con la musica rock. Ma ad un certo punto abbiamo imparato ad addomesticare il medium che di volta in volta ci ha fatto paura e lo abbiamo integrato nel nostro modo di vivere.

Quest’ultimo passaggio è stato spiegato da vari sociologi e studiosi dei media come Marshall McLuhan o Jay David Bolter e Richard Gruisin. Gli ultimi due firmano, insieme, il saggio ‘Remediation’ del 1999. “Ogni nuovo medium trova una sua legittimazione perché riempie un vuoto o corregge un errore compiuto dal suo predecessore, perché realizza una promessa non mantenuta dal medium che lo ha preceduto”, si legge nel saggio.

Le dichiarazioni di Bolter e Gruisin riprendono, senza stravolgerle, quelle che McLuhan aveva inserito nel suo ‘Understanding Media’ del 1964. “Il contenuto del medium è sempre un altro medium. Il contenuto della scrittura è il discorso, così come la parola scritta è il contenuto della stampa e la stampa quella del telegrafo”, scrive l’accademico.

Lo streaming soppianterà definitivamente le console fisiche? Difficile, almeno ancora per qualche tempo. Netflix non ha ancora fatto chiudere i cinema, le emittenti radio e i concerti non hanno cessato la loro esistenza dopo l’avvento di Spotify. Si sbagliavano i Buggles, Video didn’t killed the radio star potremmo dire. Insomma, la nascita di un nuovo medium non si traduce facilmente nella morte del precedente ma in una sua re-interpretazione.

Ed è qui che le varie dichiarazioni di Spencer possono tornare a conciliarsi: da un lato un servizio come Game Pass che segue di pari passo i bisogni del videogiocatore, dall’altro il mondo delle console ancora forte, interessante e con delle potenzialità tutte da scoprire. I due mondi possono ancora coesistere.

Phil Spencer avrà ragione? Ancora presto per dirlo. Xbox Series X e Xbox Series S arriveranno a novembre e da quel momento ci attenderanno diversi anni da vivere su quelle console. Nel frattempo il progresso tecnologico avanzerà ancora e sarà possibile produrre macchinari più potenti. Ma se questi verranno commercializzati è una responsabilità del grande pubblico e delle loro scelte di acquisto, quelle che facciamo ogni giorno. In un certo senso, finché ci sarà qualcuno disposto a comprare delle console, ci sarà anche qualcuno che le produrrà. Questa non è altro che la più basilare regola di mercato.

Fonte: Yahoo Finance