Fable: sviluppo in ritardo, colpa dell’inesperienza di Playground Games con gli RPG

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Un ex dipendente di Playground Games ha parlato dei lavori in corso su Fable spiegando come, a detta sua, il ritardo sia imputabile all’inesperienza del team. A dirlo è stato Juan Fernández a margine di una intervista. L’iniziale focus dell’intervista era l’attuale progetto al quale sta lavorando Fernández: Hellblade 2.

La chiacchierata con Vandal, però, non è rimasta confinata al lavoro in Ninja Theory. A Fernández sono stati chiesti anche dettagli sul suo lavoro passato, quando militava in Playground Games. Questo ha dato modo allo sviluppatore di raccontare perché, secondo lui, l’uscita di Fable sia ancora lontana nel tempo. La colpa – se così possiamo definirla – è da imputare al team che si sta occupando del reboot della serie. Playground Games non avrebbe ancora il ‘Know How‘ necessario per gestire al meglio un RPG come Fable ed è dunque normale che, nonostante l’annuncio, si stia ancora tergiversando nel fornire ulteriori aggiornamenti.

Il team, specifica Fernández, ha una buona organizzazione interna. Se così non fosse non avremmo avuto piccoli gioielli come Forza Horizon 5. Il problema è che pur essendosi affermati nel mondo dei racing games, fornendo l’alternativa di Microsoft a Gran Turismo, lo stesso non lo si può dire per i Giochi di Ruolo, ambito nel quale il team difetta di esperienza. “Volevano espandersi con qualcosa di differente ma gli mancavano le persone con la conoscenza su come realizzare il gameplay. In un open world, come controlli il personaggio e le azioni è molto differente da quello che fai in un gioco di corse. Dal punto di vista tecnologico, devi realizzare le animazioni, lo scripting, un sistema di quest. Muovere un auto a 300 km orari ha requisiti molto differenti dal camminare in una campagna”, ha detto.

Centrale anche l’ambiziosità col quale Playground Games si sta approcciando allo sviluppo. Sebbene l’ambizione non sia di per sé negativa, declinata in questo contesto può essere una lama a doppio taglio. Il fatto è che secondo Fernández in Playground Games si tenda a cercare il massimo risultato possibile pur impiegando un numero inferiore di persone o in minor tempo. È come se, prosegue Fernández, si volesse realizzare un Assassin’s Creed con un decimo delle persone impiegate da Ubisoft. Se per sviluppare un gioco un’altra software house ci impiega 7 anni loro sono convinti di riuscirci in 5 e via dicendo.

Dopo l’annuncio, avvenuto nel luglio del 2020, le informazioni ufficiali sono state pochissime. Già poco dopo il reveal la stessa Playground Games aveva ammesso che l’uscita non fosse affatto vicina. Concetto ribadito da un insider che ha affermato come il titolo sarebbe arrivato dopo eventuali console mid-gen di Microsoft e Sony. Nonostante questo, Phil Spencer crede ciecamente nelle qualità del team e chiede ai videogiocatori di riporre la loro fiducia nella bontà del progetto.

Voi cosa ne pensate?

Fonte: Vandal