The Last Of Us Part 2 inizialmente era un open world, afferma Druckmann

The Last of Us Part II (18)
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The Last Of Us Part 2 è ormai uscito da diversi giorni nei negozi di tutto il mondo e sta tuttora facendo parlare notevolmente di sè per la sua indiscussa qualità. Sul titolo sono inoltre saltate fuori storie davvero commoventi, come quella dell’utente Juji, la quale ha raccontato di come il fratello abbia cambiato mentalità nei confronti degli omosessuali grazie al titolo Naughty Dog.

Purtroppo, però, il gioco è al centro dell’attenzione anche per le bruttissime vicende che sta vivendo Laura Bailey, l’attrice che ha prestato moveneze e voce ad Abby; un personaggio presente nel gioco e che ha scatenato l’odio di tanti ‘fan’, tant’è che sono giunte anche minacce di morte alla povera ragazza.

Un gesto sicuramente condannabile, al quale ha risposto il regista James Gunn, autore di Guardiani della Galassia, condannando la scarsa maturità di tali persone. Anche lo stesso Neil Druckmann si è fatto avanti, prendendo le difese sia della ragazza che del proprio lavoro.

Tornando a parlare del gioco, veniamo a scoprire nuove curiosità sullo sviluppo del titolo da parte di Druckmann in persona. Durante un’intervista con IGN, Druckmann ha infatti svelato che il titolo era inizialmente concepito come un Open World. Più precisamente, il gioco avrebbe avuto delle macro aree dove avremmo dovuto fare compiti e missioni secondarie.

ATTENZIONE: SEGUONO SPOILER MOLTO IMPORTANTI DELLA TRAMA THE LAST OF US PART 2, DUNQUE NON PROSEGUITE SE NON AVETE FINITO IL GIOCO.

Stando a Druckmann, proprio la cittadina di Jackson sarebbe stato il primo di questi hub, dove avremmo dovuto svolgere compiti per gli abitanti dell’allegra cittadina. Però è già qui che le differenze con la versione finale si fanno molto marcate. A differenza del gioco definitivo, infatti, in questa prima zona avremmo controllato esclusivamente Abby.

La ragazza sarebbe stata infatti salvata da Joel e Tommy proprio come accade nel prologo, con la differenza che il duo li avrebbe condotti direttamente a Jackson. Qui, come abbiamo già detto, la ragazza avrebbe svolto diversi compiti prima di arrivare comunque al tanto fatidico, quanto triste, assassinio di Joel. Tale vicenda si sarebbe però spostata abbastanza in avanti nel gioco.

Con la posticipazione di quell’avvenimento, sarebbe stato posticipato anche il momento in cui avremmo scoperto delle reali motivazioni dietro il gesto di Abby. Ellie sarebbe dunque partita per Seattle per cercare tutti gli amici di Abby per estorcere informazioni e poi ucciderli.

Sarebbe dunque avvenuta la stessa carneficina, solo che ciò sarebbe avvenuto in un contesto OW fino al punto finale dove avremmo affrontato Abby. È ignoto se anche qui, Ellie avrebbe ucciso gli amici di Abby per autodifesa come accade in Part 2 o se per pura vendetta.

Il cambio di rotta netto nello sviluppo del gioco sarebbe avvenuto con l’arrivo di Halley Gross, la scrittrice dietro The Last Of Us Part 2. Gross, famosa anche per aver lavorato a un paio di episodi di Westworld, è stata infatti determinante per il cambio di game design del gioco.

Lo script proposto da Gross avrebbe infatti convinto Druckmann a scegliere un approccio più lineare, in modo da non perdere l’intensità narrativa necessaria per un capitolo così impattante nella serie. È da chiedersi dunque se l’Open World sia stato definitivamente scartato per la serie o se verrà ripreso, con più calma e attenzione, in un’eventuale Part 3.

The Last Of Us Part 2 è ormai uscito da una settimana ed esclusivamente su PlayStation 4; lo potete acquistare andando a questo indirizzo. Se avete ancora dubbi, vi invitiamo invece a consultare la nostra recensione sul titolo. Per i cacciatori di trofei, invece, c’è la nostra guida sul gioco.

Fonte: IGN