Tyranny – La Recensione

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Sana, vecchia scuola

Meccanicamente parlando, Tyranny si presenta subito come degno erede dell’ottimo Pillars of Eternity, recuperando in buona parte tutti i system di quel gioco. Laddove una narrazione originale e coinvolgente come mai prima d’ora riesce da subito a stupirci, una serie di “vecchi trucchi” ci aiuta a non smarrirci in questo mondo nuovo e inesplorato.
Al fianco di un sistema di creazione del personaggio privo di vere e proprie classi (i talenti ottenuti al passaggio di livello possono essere distribuiti in qualsiasi ramo presente), Obsidian presenta però un sistema di miglioramento delle abilità molti simile a quanto visto in The Elder Scrolls IV: Oblivion. Più utilizzeremo una determinata skill (potremo farlo anche in certi dialoghi) e più questa aumenterà di livello, facendoci ottenere punti esperienza bonus necessari per raggiungere il livello successivo del nostro antieroe.

Diversamente, ognuno dei compagni che avranno la malaugurata idea di seguirci nella nostra bella scampagnata avrà un suo background ben definito, corredato di tante missioni secondarie, alberi di talenti predefiniti e una sua personale morale: vero e proprio “must” dei videogiochi di ruolo di questo genere.
Una nota di merito va sicuramente al sistema di creazione degli incantesimi, una delle tante ciliegine sulla torta che Obisidian ha deciso di concedere ai suoi fedeli fan.
Anche l’IA dei nemici è una piacevole scoperta, ben più elaborata rispetto ai precedenti videogame della software house e in grado di dare filo da torcere già ai livelli più bassi… tanto che gli stessi sviluppatori hanno consigliato di avviare il gioco a livello facile per ambientarsi un pochino.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto
8
tyranny-la-recensione<strong>PRO:</strong><br> Trama avvincente<br> Finalmente siamo noi i cattivi<br> Appagante, sotto ogni punto di vista<br> <strong>CONTRO:</strong><br> Assenza di una localizzazione<br> Alcuni dialoghi sono davvero troppo complessi<br>