Esport: il caso italiano arriva al Parlamento Europeo. Presentata una interrogazione ufficiale

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Arriva fino a Strasburgo il caso, tutto italiano, scoppiato nelle scorse settimane e che ha costretto i gestori di Sale LAN e centri specializzati in Esport ad abbassare temporaneamente le saracinesche. Il caso è stato presentato dal parlamentare Marco Zanni (In foto di copertina. Gruppo Identità e Democrazia – Lega) che ha presentato l’istanza davanti ai suoi colleghi al Parlamento Europeo.

Tutto nacque, lo ricorderete, da un esposto presentato da un imprenditore bresciano – Sergio Milesi – all’Autorità Dogane, Accise e Monopoli. L’esposto conteneva dubbi sulla effettiva legittimità delle Sale LAN a operare su territorio italiano. Le indagini condotte successivamente hanno prodotto, come risultato, una temporanea chiusura di alcuni esercizi. Tra questi, uno dei primi – e tra i più attivi nel far ascoltare la propria voce – l’Esport Palace di Bergamo.

Il titolare dell’esercizio, Alessio Cicolari, ha raccolto attorno a sé diverse personalità pubbliche per ottenere di veder riconosciuta la legittimità ad esistere della sua attività. In Italia, l’appello è stato immediatamente raccolto dai due parlamentari in quota Lega Daniele Belotti e Simona Pergreffi cui si è aggiunto successivamente il collega di partito Giulio Centemero. Il caso si è tradotto in un’altra interrogazione, presentata dinanzi alle camere dal sottosegretario del Ministero Economia e Finanza, Federico Freni. I parlamentari, invece, hanno proposto un disegno di legge atto a regolarizzare l’intero settore. Cicolari ha poi incontrato anche Valentina Vezzali, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo Sport.

Adesso, con la mossa di Zanni il caso -ribattezzato LANGate – arriva sotto gli occhi degli europarlamentari. Zanni fa presente ai colleghi che l’unico paese che si è dotato di una solida legislazione in tema Esport e sale LAN è stata la Francia. Da Parigi – oltre curiose scelte linguistiche – arriva anche l’idea di ospitare le discipline elettroniche tra quelle ammesse alle Olimpiadi del 2024.

In Italia, invece, fa presente Zanni, così come in altri paesi, non esiste una regolamentazione chiara del settore. L’interrogazione presentata ha come obiettivo quello di risolvere tre quesiti oltra che portare a galla la situazione dello stivale. In primo luogo si chiede di esprimersi sulle azioni dell’Autorità Accise, Dogane e Monopoli. I due quesiti successivi sono mirati a spronare la stesura – e successiva adozione – di un regolamento che abbia estensione e consenso comunitario di modo da evitare possibili divergenze – anche marcate – tra paesi diversi dell’Unione Europea.

Fonte: Agimeg