Nella nottata del 9 dicembre – fuso orario italiano – si sono tenute le premiazioni per il titolo di Gioco dell’Anno ai The Game Awards 2022. Questa edizione, così pregna di annunci, vedeva ben due maestosi contendenti a giocarsi il premio: God of War Ragnarok, di Santa Monica Studio, e Elden Ring, il titolo più ambizioso mai sviluppato da FromSoftware. Due capolavori dei rispettivi generi, e che forse meritavano quel premio in egual misura. Ma come disse Crofty durante l’ultimo scopiettante giro di Abu Dhabi 2021: “può esserci solo un vincitore”, e quel vincitore è Elden Ring.
I candidati al titolo di Game of the Year, quest’anno, hanno tutti fatto parlare di se per i propri motivi.
Stray
Stray: questo titolo Indie, che forse ha rubato un posto a un ben più solido Sifu, ha saputo stregare tutti grazie al suo contesto davvero inusuale e intrigante. Il titolo pubblicato da Annapurna Interactive da ci vedrà catapultati in un meraviglioso mondo Cyberpunk dove controlleremo un gattino. Il successo di Stray fu enorme, catapultandolo in cima alle classifiche per diverso tempo e battendo anche colossi del calibro di God of War su Steam. Inoltre, gli stessi sviluppatori hanno omaggiato il gioco con diverse foto a tema, come successo con Death Stranding oppure con S.T.A.L.K.E.R. 2, con GSC Game World che ha colto l’occasione per mostrare un nuovo nemico preso direttamente dalle mod di Shadow of Chernobyl.
A Plague Tale: Requiem
A Plague Tale: Requiem: Asobo Studio ha fatto c’entro con questo sequel, confezionando un gioco capace di convincere la giuria dei TGA ad entrare nella “Flotta dei 6”. Nonostante A Plague Tale peccasse nel gameplay – non un difetto da poco, ndr – Asobo Studio è riuscita a compensare con una storia emozionante. Il viaggio di Hugo e Amicia si è rivelato ricco di pericoli, ma anche di incontri piacevoli. Il tutto è stato poi condito da un comparto grafico semplicemente stellare. Il motore proprietario di Asobo (non è Unreal Engine 5!) ha bucato le retine dei giocatori grazie a una definizione e una cura per i particolari degna della next-gen. Non a caso, è uscito solo su PlayStation 5, Xbox Series X, Series S e PC – al Day One su Xbox e PC Game Pass. È inoltre uno dei titoli con più nomination, insieme a God of War Ragnarok ed Elden Ring.
Xenoblade Chronicles 3
Xenoblade Chronicles 3: Monolith si riconferma essere maestra del genere. Una storia emozionante, con missioni secondarie che aggiungono importanti tasselli alla lore e una main quest che difficilmente non farà scendere qualche lacrima. Un mondo open world esteticamente maestoso, e che dimostra come la pura Direzione Artistica possa compensare la mancanza di potenza bruta. Un gameplay solido, stratificato e profondo. Insomma, Xenoblade Chronicles 3 ha saputo tenere alti gli standard del franchise, guadagnandosi senza alcun diritto di replica la candidatura al GOTY 2022. E anche se non dovesse vincerlo, Monolith si è tolta lo sfizio di fare il record di titolo più venduto sul Nintendo eShop USA, e di svettare in UK, Giappone e USA con il miglior lancio di sempre per il franchise. E ora, occhi puntati sul sequel.
Horizon Forbidden West
Horizon Forbidden West: sarebbe il miglior sequel uscito da PlayStation Studios, se solo non esistessero The Last of Us Part 2 e God of War Ragnarok. Con Horizon Forbidden West, Guerrilla Games è andata a sistemare tutte le criticità del gioco. Le missioni secondarie ora hanno una propria profondità e sono ben lontane dall’anonimato visto in Zero Dawn. Il combat system è ancora più stratificato, con un corpo a corpo finalmente bello da padroneggiare e la presenza di diverse tipologie di attacco a distanza. L’Ovest Proibito è visivamente meraviglioso e ora più bello che mai da esplorare. La stessa storia presenta ora una narrativa più importante, anche se più di qualcuno ha lamentato una mancanza di mordente rispetto al predecessore. In ogni caso, Guerrilla Games ha saputo confezionare un titolo degno della Nomination. Peccato che, ancora una volta, si debba trovare contro un Open World ancora più ambizioso.
Elden Ring
Elden Ring: Cosa c’è da aggiungere, Gametimers? Alla fine abbiamo già detto tutto nella nostra recensione. Il titolo più di successo della storia di FromSoftware, e nemmeno loro sanno spiegarsi il perché. Il primo vero tentativo da parte del team di realizzare un Open World, creando un capolavoro di Level Design che ha imposto un vero e proprio standard nel genere, condito poi dal combat system delizioso, e questa volta più accessibile, a cui FromSoftware ci ha abituati. L’estetica di Berserkiana memoria aggiunge ulteriore carattere a un gioco davvero monumentale, seppur non senza difetti. Il lato tecnico del gioco è infatti zoppicante, e al lancio ebbe diversi problemi su PC e next-gen. Nonostante tutto, Elden Ring è stato sin dalla sua uscita il principale candidato al titolo di Gioco dell’Anno. Intanto, possiamo anche gustarci il DLC Colosseum, pensato per il PVP, così come un adattamento manga disponibile gratis in italiano.
God of War Ragnarok
God of War Ragnarok: La miglior esclusiva PlayStation dai tempi di The Last of Us Part 2. Un gioco che è andato a migliorare ogni singolo aspetto del predecessore, portando a schermo un Kratos profondo e ricco di sfaccettature. Un Kratos conscio del suo destino e che per tale motivo vuole diventare il miglior padre possibile per Atreus. Lo stesso Atreus si trova di fronte a un’evoluzione caratteriale inaspettata, che ci porta spesso a dare più ragione a lui che al padre. Il tutto, poi, condito da una direzione artistica meravigliosa e da un combat system questa volta privo di particolari criticità. Paga lo scotto dell’essere il titolo cross-gen “più old-gen” tra quelli pubblicati da PS Studios, ma poco male. Obiettivamente parlando, i pronostici lo vedevano come unico vero rivale di Elden Ring per il GOTY 2022.
Fonte: TGA 2022